LEPIDOTTERI DEFOGLIATORI:
I Lepidotteri allo stadio larvale (detti “bruchi“) sono principalmente fillofagi, più raramente si nutrono di steli, gemme, fiori, frutti, semi o legno.
Le foglie possono essere erose a partire dai margini oppure attaccate dall’interno dai micro-lepidotteri fillominatori, i quali scavano delle gallerie (dette mine) all’interno della foglia alimentandosi del mesofillo (zona centrale). In qualche caso, i bruchi piegano i margini delle foglie o le arrotolano fissandole con fili sericei.
Le specie di Lepidotteri più dannose appartengono a diverse famiglie, quali: Arctidi, Geometridi, Limantridi, Lasiocampidi, Nottuidi, Notodontidi, Piralidi, Saturnidi, Sfingidi, Tortricidi, Taumetopeidi.
COLEOTTERI DEFOGLIATORI:
I Coleotteri fillofagi più temuti appartengono alle famiglie dei: Crisomelidi, Scarabeidi e Meloidi. Questi insetti si nutrono di foglie allo stadio larvale e/o allo stadio adulto. Tra le principali specie di Coleotteri fillofagi, estremamente dannose per il settore agricolo, si ricordano:
– Leptinotarsa decemlineata (Dorifora della patata):
coleottero fillofago appartenente alla famiglia dei Crisomelidi che si sviluppa esclusivamente sulle Solanaceae, in particolare sulla patata (Solanum tuberosum) e sulla melanzana (Solanum melongena); molto più rari sono gli attacchi al pomodoro, al peperone e alle Solanaceae spontanee.
La Dorifora della patata risulta estremamente prolifica ed è in grado di defogliare completamente le piante infestate, le quali posso morire all’istante oppure reagire producendo nuovi germogli laterali.
– Melolontha melolontha (Maggiolino):
coleottero fillofago (allo stadio adulto) appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, con abitudini prettamente serali-notturne. Questo insetto si nutre delle foglie di un elevato numero di piante (specie polifaga), preferendo gli alberi da frutto e le latifoglie forestali.
In caso di grave infestazione, le defogliazioni possono compromettere seriamente la vita delle piante colpite.
Le larve di Maggiolino si nutrono, invece, delle radici e risultano particolarmente dannose nei vivai oppure in colture erbacee (specialmente se ortive).
– Lytta vesicatoria (Cantaride officinale):
coleottero fillofago (allo stadio adulto) appartenente alla famiglia dei Meloidi, caratterizzato dal colore verde metallico e dal tipico odore sgradevole.
In primavera, durante le ore più calde, si può ritrovare in diverse piante come l’Olivo, il Frassino, l’Olmo, il Sambuco, l’Acero e il Pioppo, alle quali provoca erosioni fogliari, spesso intense, che possono determinare una completa defogliazione. Inoltre, la Cantaride può rodere l’asse dei germogli non lignificati.
ORTOTTERI DEFOGLIATORI:
I più importanti Ortotteri fitofagi (non esclusivamente defogliatori) appartengono alla famiglia degli Acrididi, la più numerosa e diffusa dell’intero ordine. Questa famiglia comprende le comuni cavallette e le terribili locuste migratrici. L’attacco alle coltivazioni (di solito erbacee) da parte degli Acrididi, risulta particolarmente grave quando questi passano da una fase “solitaria” ad una fase “gregaria”, necessaria per la migrazione e la successiva invasione di territori molto vasti. Le specie di Acrididi maggiormente nocive in Italia, sono:
– Calliptamus italicus (Cavalletta dei prati):
ortottero caratteristico del bacino mediterraneo e diffuso in Italia (soprattutto al nord), Spagna, nord Africa e in vaste aree dell’Asia. Gli adulti presentano un accentuato dimorfismo sessuale: il maschio raggiunge una lunghezza di 13-26 mm e la femmina di 21-36 mm.
Il corpo ha un colore grigio-brunastro; le forme giovanili (neanidi) risultano biancastre appena nate e diventano scure in breve tempo. Le ali, invece, presentano un caratteristico colore rosa, apprezzabile solo quando l’insetto è in volo.
La Cavalletta dei prati è una specie polifaga (si nutre di molteplici piante) e può danneggiare, sia allo stadio giovanile (neanide: vorace defogliatrice) che allo stadio adulto, piante spontanee e colture erbacee, in particolare leguminose foraggere (come l’erba medica), e orticole. In fase gregaria, questi insetti possono attaccare anche piante arboree coltivate e forestali. Ovviamente, il danno è direttamente correlato al livello di infestazione.
– Dociostaurus maroccanus (Cavalletta crociata):
ortottero tipico del Marocco, ampiamente diffuso in Nord Africa, Europa meridionale e Asia occidentale. In Italia è presente principalmente al centro-sud e nelle isole.
L’insetto adulto ha un corpo di medie dimensioni, molto slanciato. La femmina ha una lunghezza che può variare dai 20 ai 38 mm, mentre il maschio non supera i 28 mm. La colorazione è principalmente rossastra con macchie brune. E’ chiamata comunemente Cavalletta crociata, in quanto presenta due strisce chiare incrociate ad x sul pronoto (parte del torace).
Anche la Cavalletta crociata è una specie polifaga che può divorare qualsiasi tipo di pianta e tende a trovarsi in fase gregaria (pericolosa) più frequentemente della Cavalletta dei prati. Di conseguenza, i danni economici provocati dalle invasioni di questo insetto nelle aree coltivate risultano, di norma, molto ingenti.
IMENOTTERI DEFOGLIATORI:
Gli Imenotteri fillofagi appartengono essenzialmente alle famiglie dei: Diprionidi, Argidi e Tentredinidi. Il comportamento fillofago negli Imenotteri riguarda normalmente lo stadio larvale, mentre gli adulti sono principalmente glicifagi (si nutrono di sostanze zuccherine) o entomofagi. Tra le specie più significative di Imenotteri fillofagi allo stadio larvale, si ricordano:
– Neodiprion sertifer (Tentredine del Pino):
le larve di questo Imenottero, appartenente alla famiglia dei Diprionidi, presentano una spiccata attività defogliatrice; sono glabre, di colore verde scuro con linee biancastre longitudinali (due laterali ed una dorsale). La testa ha un colore verdastro intenso.
Queste larve si aggrappano agli aghi del Pino di cui si nutrono e se disturbate sollevano la parte anteriore e quella posteriore del corpo, inarcandosi in modo particolare.
Le uova vengono deposte dalle femmine adulte all’interno degli aghi del Pino. I danni sono dovuti all’intensa attività trofica delle larve, le quali divorano le foglie lasciando soltanto un “filo centrale” che si arriccia e si dissecca.
Le conseguenze sono simili a quelle di un attacco della Processionaria del Pino: le piante si indeboliscono in maniera più o meno significativa a seconda dell’entità dell’infestazione, della defogliazione e del numero degli attacchi subiti negli anni.
– Arge pagana (Argide della rosa):
le larve di questo Imenottero, appartenente alla famiglia degli Argidi, sono glabre, verdi, con tipici e numerosi tubercoli neri, distribuiti in file longitudinali lungo il dorso ed ai lati del corpo.
La testa è di colore ocraceo.
Le larve sono fillofaghe ed erodono completamente il lembo fogliare partendo dai margini. Inoltre hanno un carattere tendenzialmente gregario, quindi in caso di forti infestazioni, la defogliazione può risultare molto grave. Specie molto affine, per comportamento, morfologia e danni provocati, è Arge rosae.
La pianta tradizionalmente attaccata da queste due specie di Argidi è la Rosa.
– Cladius pectinicornis (Tentredine nera della rosa):
le larve di questo Imenottero, appartenente alla famiglia dei Tentredinidi, vengono ovideposte dalla femmina adulta nei piccioli fogliari (principalmente delle Rose).
Anche in questo caso, le larve sono defogliatrici come quelle degli Argidi, ma a differenza di queste, si distribuiscono sulla pagina fogliare inferiore bucherellando e scheletrizzando le foglie.
Inoltre hanno un comportamento gregario, di conseguenza possono risultare molto pericolose in caso di forte infestazione.
DIFESA:
Le tecniche di difesa si basano su:
– interventi di tipo agronomico-meccanico, come: lavorazioni del terreno per distruggere forme svernanti (bozzoli, crisalidi, larve) presenti nel suolo; raschiatura, raccolta e distruzione delle ovature deposte lungo i rami e i tronchi; raccolta dei nidi di prima formazione o di svernamento (es. Processionaria del Pino) e successiva distruzione; cattura e distruzione di forme giovanili o di adulti. Anche le trappole sessuali, cromatiche o luminose, usate per la cattura degli adulti di alcune specie appartenenti alle famiglie sopracitate, forniscono risultati molto buoni, soprattutto come mezzo di monitoraggio, in funzione di eventuali interventi successivi di natura chimica.
– Interventi di natura biologica, basati sull’utilizzo di: Bacillus thuringiensis, il quale si rivela molto efficace soprattutto contro le larve di Lepidotteri (Notodontidi, Taumetopeidi, Limantridi, Arctidi, Tortricidi); galline faraone, molto utili in quanto naturali predatori degli Ortotteri più dannosi.
– Interventi chimici: gli insetticidi e i principi attivi utilizzabili variano, ovviamente, in base all’ordine e alla famiglia di insetti defogliatori presi in esame.
Contro i Lepidotteri si possono impiegare:
- Beta-ciflutrin;
- Deltametrina;
- Cipermetrina;
- Abamectina;
- Azadiractina A (utilizzabile in a.biologica);
- Estratto di piretro (utilizzabile in a.biologica);
- Metam potassio;
- Metam sodio;
- Spinosad;
- Etofenprox;
- Lambda-cialotrina;
contro i Coleotteri si possono impiegare:
- Cipermetrina;
- Deltametrina;
- Metam potassio;
- Metam sodio;
- Acetamiprid;
- Alfa-cipermetrina;
- Azadiractina A (utilizzabile in a.biologica);
- Beta-ciflutrin;
- Estratto di Piretro (utilizzabile in a.biologica);
- Clorpirifos;
- Clorpirifos-metile;
- Esfenvalerate;
- Metaflumizone;
contro gli Ortotteri si possono impiegare:
- Estratto di Piretro (utilizzabile in a.biologica);
- Deltametrina;
- Acetamiprid;
- Clorpirifos;
contro gli Imenotteri si possono impiegare:
- Deltametrina;
- Acetamiprid;
- Beta-ciflutrin;
- Clorpirifos;
- Estratto di Piretro (utilizzabile in a.biologica);
- Fosmet;
- Tau-fluvalinate