Tutte le specie di Kiwi o Actinidia presentano individui perenni, con portamento rampicante o prostrato, per la maggior parte decidui, sebbene alcune forme nelle zone a clima più caldo siano sempreverdi.
Actinidia si caratterizza per essere una specie dioica, portante cioè i sessi su individui diversi: risulta quindi possibile effettuare una suddivisione tra individui pistilliferi e staminiferi. Gli individui femminili portano fiori con stami apparentemente normali, e in numero superiore alle piante maschili, che tuttavia non producono polline vitale. Gli individui maschili presentano invece fiori (in numero variabile da 3 a 5 per ogni racemo) con aborti degli ovari e dell’apparato femminile. I fiori, di colore bianco, possono essere portati singolarmente oppure raggruppati.
Grande influenza sulla carica fiorale risulta avere il soddisfacimento del fabbisogno in freddo (600-850 ore a temperature inferiori a 7°C). L’impollinazione è di tipo entomofilo, sebbene i fiori non siano molto attrattivi per i pronubi (api e bombi), e in misura minore anche anemofilo (con il vento). Botanicamente il frutto è una bacca, contiene un elevato numero di semi e si presenta ricoperto da peluria, con polpa di colore verde, punteggiata da semi di minuscola dimensione, violacei o neri.
I frutti del kiwi possono essere singoli, in grappoli di 3-5 oppure in infruttescenze di 30 e più elementi, a seconda della specie presa in esame. Le dimensioni del frutto stesso sono variabili, così come la sua forma, la tomentosità, il colore e la consistenza della polpa.
La pianta presenta un fusto legnoso con numerosi tralci di variabile lunghezza che portano gemme miste (da cui si originerà un germoglio fertile) e gemme a legno.
L’apparto fogliare è costituito da foglie semplici, decidue (che cadono in autunno), cuoriformi e lungamente picciolate, con caratteristiche leggermente differenti a seconda della posizione occupata sulla pianta. L’ apparato radicale è superficiale. (TESTOLIN R., CRIVELLO V. 1987)

La propagazione dell’actinidia può avvenire per seme al fine di ottenere portainnesti e per poter effettuare il miglioramento genetico; al Centro- Nord si utilizza la talea in modo da poter ricostruire la pianta dai ricacci qualora si verificassero danni da freddo, mentre al Centro-Sud si fa ricorso a piante innestate. La tecnica della micropropagazione risulta essere poco impiegata, poiché le piante così ottenute mostrano un certo ritardo nell’entrata in produzione. (SPADA G., MARINI F. 2000)

Le specie e varietà più diffuse sono.

  • Actinidia deliciosa ‘Hayward clone 8’: femmina
  • Actinidia deliciosa ‘Tomuri’: maschio
  • Actinidia deliciosa ‘Jenny’: autofertile
  • Actinidia arguta ‘Issai’: autofertile con frutto liscio

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